di Anita Farneti
Sono al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno dove va in scena lo spettacolo Jessica and Me, che mette insieme danza e recitazione, interpretato da Cristiana Morganti, una ballerina che faceva parte della compagnia diretta da Pina Bausch.
Qual è la trama dello spettacolo?
Beh, quando l’ho chiesto, Cristiana Morganti mi ha risposto: “Non c’è”. Guardandolo mi sono resa conto effettivamente che è vero: infatti si tratta di un insieme di aneddoti riguardanti la sua vita di danzatrice, riflessioni sul suo mestiere e su cosa significa essere ballerine a quasi 50 anni. Il tutto accompagnato da una grande ironia, poiché, lei stessa ha affermato “Se si parla di sé stessi senza utilizzarla poi si diventa insopportabili”.
Tutto inizia con lei che entra in scena danzando con in sottofondo la sua voce, registrata, che la critica senza pietà: ”Questa mossa l’hai copiata, questa la fai sempre, questa piace solo a te!”
Poi si blocca, tira fuori un registratore e la voce di una giornalista, la Jessica del titolo, inizia a farle delle domande:
J: “Perché si sta in scena?”
C: “Ah, non saprei, ognuno ha le sue ragioni…”
J: ”E’ forse un modo per riempire un vuoto affettivo, o per assecondare il vostro narcisismo?”
Insomma, avete capito il tipo…
Ad un certo punto la ferma e si mette a raccontare. La difficoltà che ha ora a danzare si fa sempre più evidente, con tutti i problemi fisici che si sono aggiunti negli anni (il piede che deve fasciare ogni volta, il ginocchio e la schiena doloranti).
“Ho iniziato a danzare a cinque anni” ci dice “io non ero molto convinta, poi però, visto che ero bravina, mia madre mi ha iscritta alla scuola di danza di Roma.”
A tredici anni si è dovuta mettere un reggiseno contenitivo elegantemente soprannominato “la corazza” poiché si stava sviluppando troppo.
A sedici l’insegnante disse a sua madre: “Signora, sua figlia è bravina, ma mi si sta allargando troppo. E’ un peccato, perché a causa di questo il massimo che potrà fare sarà l’insegnante, o al massimo la coreografa”.
Invece non è andata affatto così.
Infatti qualche anno dopo ha iniziato a far parte del celebre Tanztheater Wuppertal diretto da Pina Bausch.
Il suo fisico considerato “inadatto” non le diede più alcun problema, dato che in quella compagnia tutti i danzatori venivano scelti per il talento, non per il corpo. Ci dice: “I ballerini di quella compagnia sono persone all’apparenza normali, ma quando si mettono a danzare ti incantano”.
Jessica riprende a parlare:
J: “Vero che Pina era severa?”
C: “Ah no, pretendeva molto da noi ma non…”
J: “Ah, quindi era proprio crudele?”
C: “Ma no, assolutamente, anzi…”
J: “Come vi sentite adesso che non c’è più? Come degli orfani?”
A questo punto Cristiana, arrabbiata, lancia via il registratore, zittendola.
“Sapete, negli anni ’70 in ogni spettacolo era necessario saper fumare, ma io non ci riuscivo proprio! Così Pina mi diede una lezione privata”.
Finito il racconto si infila un fantastico vestito bianco da sposa, si fa accendere una sigaretta da uno spettatore, e l’abito prende fuoco! Cioè, ovviamente non sul serio, si tratta di un semplice effetto speciale, però incredibile. Si spengono le luci e gli applausi sembrano non finire mai.
Ascolta la rubrica Laura&Leo dedicata allo spettacolo Jessica and Me